Il Popolo della Famiglia presente alla Falchera
Si volantina tra la gente a sostegno di Damilano, un sindaco anche per le famiglie delle periferie.
Alla Falchera, storico quartiere periferico degradato un tempo, oggi reso più accogliente grazie a laghetti bonificati, piste ciclabili, ampi spazi verdi, sorgono palazzi popolari, dignitosi seppure in una fatiscenza camuffata e ripulita, dalla buona volontà dei proprietari. Qui vivono cittadini che si sentono abbandonati dagli amministratori che negli anni hanno promesso ma mai mantenuto. Le strade sono dissestate, le radici dei platani emergono dall’asfalto, ormai da anni e, soprattutto in autunno, coperte dalle foglie, causano cadute agli anziani e ai bambini. I figli sono disoccupati mentre la presenza di micro o medio delinquenza crea ovvie difficoltà a chi, oltre ai drammi privati, si vede oggettivamente considerato nel proprio ruolo di membro della comunità solo alla vigilia delle elezioni e poi, per 5 anni, dimenticato.
Capita allora che, oltre ad incontrare molti delusi dalla “politica” al punto da disertare da anni i seggi elettorali, subendo pertanto il sindaco e l’amministrazione scelti dagli altri, si possano però verificare incontri inattesi e sorprendenti che riaccendono speranza e fiducia. La gente perbene esiste, rassegnata ma mai sconfitta se non le è stata tolta la risorsa più importante: la famiglia.
Domenica pomeriggio, volantinando per il sindaco Damilano, capita così anche di incontrare una giovane mamma (40 anni non dimostrati) giovanile nell’abbigliamento, sbarazzino e raffinato nel contempo, con due bimbi ed il marito. Abitano in uno dei palazzi a ridosso della postazione dove un gruppo di volontari del Popolo della Famiglia volantina per motivare al voto e farsi conoscere. Una famiglia, come tante, che va al parco per una passeggiata.
Incontri lo sguardo di questa coppia, ti fai coraggio. Rivolgi un saluto porgendo il volantino che invita a votare Damilano e ti senti rispondere
«No, grazie, non mi interessa, non andiamo a votare perché non crediamo nella politica…»: un attimo di esitazione ma poi lo sguardo aperto e la sensazione che quella giovane donna ti stia ascoltando davvero e ti consideri nella tua persona, una signora di mezza età che distribuisce volantini,.. insomma, capisco che è possibile insistere.
E così ecco chi è Ester. Sposa da 22 anni, due figlie di 20 e 18 anni, un maschietto di 6 ed una piccolina di 1. Un’attività in proprio per 14 anni, promettente e vissuta con passione nel mondo delle acconciature, poi la cessione dell’attività per la crisi in corso e per poter seguire i bimbi più piccoli mentre le due figlie, ormai signorine, si affacciano alla vita studiando con impegno e progettando un loro futuro, che, in Italia, lo sappiamo, ai giovani prospetta ben poco facendoli così guardare all’estero.
Una famiglia monoreddito, con problemi di salute di oggettiva gravità, combattuti con coraggio e spese importanti (a fronte di una sanità pubblica che offre il minimo e ti dirotta, necessariamente, nel privato) e che non intende affidare i propri bimbi ad un sistema scolastico che viene percepito come distante delle reali situazioni famigliari e pronto ad essere intermediario esecutivo di disposizioni che in questo momento molti genitori non si sentono di accettare e subire.
«Nella mia famiglia di origine ho imparato cosa vuol dire volersi bene, ricominciare ogni giorno sapendo che è un dono, un’opportunità… i bambini sono la nostra gioia, ciò che dà senso alla nostra vita. Per loro combattiamo, non abbiamo paura di affrontare sacrifici» esclama Ester, che resta colpita dalla proposta di iniziativa popolare, il Reddito di Maternità che il Pdf ha presentato nel 2019, ma che giace in Parlamento in attesa che qualche partito se ne faccia carico. 1000 euro al mese, per i primi 8 anni di vita del figlio, consegnati alla mamma che si occupi esclusivamente della crescita del proprio bambino. Alla nascita di un altro figlio riparte il periodo, al quarto figlio diventa vitalizio. Nel caso di Ester oggi godrebbe di un vitalizio che le permetterebbe di pagare le costose cure mediche, di consentire alle figlie esperienze di studio che favoriscano il loro progetto di vita, e di contribuire al bilancio famigliare che per 6 persone è sicuramente non da poco.
Ester ci ascolta, ci racconta, mentre il marito bada al bambino in bicicletta e alla piccola nel passeggino. Reclamano l’attenzione della mamma che invece segue con interesse chi le sta parlando del Popolo della Famiglia. Se ne sente evidentemente attirata e, sorridente, si appunta sulla giacca la nostra spilletta: mamma papà e due bambini, un maschietto e una femminuccia,.. sono loro, Ester, il marito paziente ed affettuoso e due bimbi fortunati e felici.
Una domenica pomeriggio, alla Falchera, in attesa che una nuova amministrazione si prenda davvero cura delle famiglie come quella da noi conosciuta ed anche di tante altre molto più sfortunate e infelici.
Cristina Zaccanti