Gent.mo Direttore

Sono una moglie e mamma di tre ragazzi in quarantena che in questo periodo sta dedicando più tempo alla famiglia, alla preghiera e alla lettura, come tante altre donne lavoratrici a casa in questo speciale momento storico.

Mi permetto di scriverle questa lettera su un argomento poco trattato, ma incentivato in questo periodo di Corona Virus, come la pornografia, perché penso ci debba far riflettere sia come genitori, sia come persone adulte.

Il 19 Aprile mi sono imbattuta in un articolo online del dr. Carlo Ceruti, urologo e andrologo all’università di Torino, Città della salute e della scienza e consigliere SIA(società Italiana di andrologia) che sponsorizza il SEXTING.
Rimango molto perplessa dalle dichiarazioni rilasciate dal Dr. Ceruti, ma simili al dr. Palumbo, altro suo collega.

Mi aspettavo proposte inerenti all’infertilità, una delle cause del drammatico crollo delle nascite che la nostra società sta vivendo, mentre assisto a proposte decisamente allucinanti per ovviare alla carenza di affettività in questo tempo di distanziamento sociale. La dichiarazione: “Per le coppie che vivono distanti meglio propendere per valide alternative tecnologiche affidandosi magari al sexting, cioè allo scambio di messaggi e immagini a contenuto erotico ma stando sempre attenti a revenge porn”.  

Trovo assolutamente INACCETTABILE poiché’ una gran parte di questi contenuti vengono caricati sulla rete a volte all’insaputa di uno dei due partner.

La pornografia non è solo un “vizietto”, ma una vera e propria forma di dipendenza subdola, di cui è affetto il 23% dei giovani italiani.

In questi ultimi 40 giorni il traffico sulle piattaforme porno è aumentata del +5000% e dai report rilasciati da un noto sito si scopre che si è avuto un incremento del +16% di video hard amatoriali caricati in rete. 

ATTENZIONE, i video amatoriali sono quelli prodotti da gente comune, coppie o persone singole che – magari per vincere una insoddisfazione o per protagonismo, o in preda a una qualche euforia – scelgono di mettere in rete la propria intimità; subito dopo aver condiviso, ci si accorge di aver dato il proprio corpo “in pasto” ad una massa indistinta di guardoni, ma non si può più tornare indietro……

La cosa più preoccupante è che l’Italia è al settimo posto al mondo per numero di visualizzazioni di siti porno, Milano e Roma solo le prime Città al mondo che contribuiscono per un fatturato annuale di 100 miliardi, per intenderci, Google e Amazon insieme fatturano molto meno. 

Solo nel 2019 si è avuto un traffico pari a 95Miliardi di visualizzazioni, 40 miliardi di ricerche e caricati in rete 4 milioni di video hard amatoriali, dei quali 230.000 fatti da ragazzi tra i 18 e i 24 anni. 

Forse il Dr. Ceruti ha dimenticato la ragazza “Cantone”, morta suicida perché il suo partner aveva caricato in rete i loro video Hard. Chissa’ quanti milioni di persone si saranno masturbati mentre lei si toglieva la vita. 

Il video infatti era ai primi posti per numero di visualizzazione e ricerche a livello europeo, terzo rispetto a quelli del noto attore Rocco Siffredi”.

Come donna e mamma penso che la pornografia produca dipendenza così come avviene per Alcool e droga. Una dipendenza che dà origine ad aggressività ed insoddisfazione tanto che tra i giovani è aumentato in maniera spropositata il consumo della pillola blu (ai quali non dovrebbe nemmeno essere necessaria).

Pillola che ritengono necessaria durante il rapporto sessuale proprio a causa della pornografia e che possono liberamente acquistare online. 

I nostri medici specialisti dovrebbero fare campagne per allertare i ragazzi a rischio impotenza legato a queste pratiche, perché più si alza il livello di trasgressione e di dopamina anche se virtuale, e più nulla accontenta. Il consumo di pornografia, a lungo andare, rende sessualmente impotenti. 

Le dichiarazioni rilasciate mi lasciano davvero sbigottita, faccio appello anche come attivista del Popolo della Famiglia a richiedere al Governo delle misure serie di intervento, così come hanno fatto altri stati, per evitare l’accentuarsi di questa dipendenza.

Se l’informazione medico-scientifica si spostasse sui danni e quindi invitasse ed educasse i nostri giovani al rispetto del proprio corpo e quello altrui, censurando in rete tutta la pornografia, faremmo sicuramente del bene alle nostre future generazioni.

Ho voluto inviarle questa lettera perché in questo periodo di Corona Virus, ho sentito parlare di tanti argomenti, ma questo invito dei medici andrologi è davvero inaccettabile e diseducativo a tutti i livelli.

Lucianella Presta

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