EMERGENZE DA CORONAVIRUS E CORTICIRCUITI DA EVITARE

In questo periodo di pandemia da Covid 19, stiamo assistendo ad un vero e proprio delirio.

Si passa da una conferenza stampa farcita di auto proclami, ad un decreto di chiusura di migliaia di aziende, da tabaccai aperti non si sa per quale motivo, a urgenze legate a tamponi, reagenti, mascherine, ecc.

In occasione di un incendio grave, non abbiamo mai sentito vigili del fuoco auto-incensarsi, ma li abbiamo visti correre contro il tempo: salvare vite umane è sempre stata la priorità assoluta!

La campagna “Io resto a casa”, è molto importante per evitare contagi, salvaguardare se stessi e la salute di tanti nostri parenti e conoscenti. Con il nostro esempio stiamo insegnando ai nostri figli che Salvare la VITA oggi è una priorità inderogabile.

I medici e personale sanitario con turni disumani, ci stanno insegnando che SALVARE LA VITA UMANA, è una missione prioritaria.

Di fronte a questo scenario così drammatico la cosa che mi fa sentire amareggiata è sapere che negli ospedali tra gli unici interventi che vengono praticati, perché considerati urgenti, oltre a quelli oncologici e ad ai parti cesarei, ci sono anche gli aborti.

Si considera dunque l’aborto un intervento urgente, ma il medico non dovrebbe, in questi casi, fare solo interventi per salvare la VITA anziché sopprimerla?

Sono stati fatti decreti urgenti, ma in nessuno di questi, si legge che almeno in questo periodo si sospendano gli aborti non considerati essenziali e urgenti.

Ben sapendo come la cultura di morte abbia stravolto le intenzioni della 194, portando a ritenere l’aborto un intervento da effettuarsi con urgenza al pari di quelli oncologici, ecc, ecc.

Tuttavia, mai come in questa emergenza ogni vita umana va salvaguardata, ogni bimbo, ogni mamma è un bene per la collettività e lo Stato ha il dovere di salvaguardare ogni suo bene.

Quindi, occorre, urgentemente provvedere in ogni modo ad aiutare le mamme a salvare il loro piccolo, sostenendole fino al parto, alleggerendo poi le pratiche per l’affido e l’adozione da parte di famiglie formate da una mamma ed un papà.

Una nazione che sta perdendo migliaia di vite umane avrebbe bisogno di incentivare le nascite, aiutando tante donne a portare avanti la loro gravidanza, garantendo e assicurando il parto anonimo.

A questo proposito mi ha fatto tanto piacere leggere che negli USA gli stati dell’Ohio e del Texas hanno vietato l’aborto perché in questo periodo non è ritenuto essenziale. In America si è pronti a condannare a 1000 $ di multa e a 180 giorni di carcere operatori medici che forniscano aborti chirurgici in questo periodo, mentre le strutture sanitarie e le forniture mediche devono essere disponibili per far fronte all’epidemia di Coronavirus che ha colpito anche gli Stati Uniti. 

In Italia si sono allestiti ospedali da campo, riaperte strutture chiuse, ma nessuno ha pensato che ospedali completamente a servizio della vita nascente, come il Sant’Anna di Torino, per esempio, potessero trasformare interi padiglioni o reparti utilizzati abitualmente per gli aborti, per l’emergenza coronavirus, dando un nuovo assetto, se pur momentaneo, a quelle stanze, allestendole con respiratori e macchinari essenziali per salvare tante vite oggi in serio pericolo.

In occasione delle misure che si stanno adottando per le donne che lavorano in settori strategici, abbiamo sentito parlare di congedi parentali o buoni per babysitter: ebbene, suggeriamo che le donne siano sostenute non solo oggi, in questa emergenza, ma sempre, tutelando, in particolare la maternità. Aiutiamole a non sentirsi sole, appoggiamole economicamente con l’introduzione di un vero e proprio sostegno economico alla maternità, con un intervento mirato alle donne in “dolce attesa” affinchè possano affrontare con serenità il percorso della gravidanza.

Chiamatelo reddito di maternità, sussidio alle mamme, bonus bebè, basta che si investa sulla VITA NASCENTE che, di fatto sarà necessaria non solo per colmare tutto il vuoto negativo dei morti da coronavirus, ma in generale per ridare forza alle colonne del welfare che, senza nuove nascite, vedranno sgretolarsi tutti i diritti finora garantiti, sanità compresa. Se la scarsa natalità indebolisce il paese, come aveva dichiarato tempo fa il presidente Mattarella, dobbiamo investire sulla VITA per invertire i dati ISTAT che ormai da decenni vedono il numero delle nascite in continuo calo.

Gli anni dell’immediato dopoguerra, quando si contavano solo i morti e l’Italia era tutta da ricostruire, furono quelli con più nascite, vedendo crescere il picco fino al 1964. 

La storia ci insegna che ogni crisi, ogni periodo di recessione, ogni dopoguerra si supera con la VITA NASCENTE.

Ci auguriamo, quindi, che il Coronavirus, con questa quarantena forzata,  possa farsi ricordare tra 9 mesi con la gioia di tanti bimbi ed il sorriso di tante donne che avranno detto SI ALLA VITA.

Lucianella Presta

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