Cristina Zaccanti, PdF Ivrea e Canavese:«è un dovere civico dare visibilità a chi, fidandosi del governo, ha accettato di essere inoculato e, purtroppo, ne patisce oggi gli effetti avversi»

Sala Cinema gremita ad Ivrea, l’11 febbraio u.s. per la proiezione del docu-film Invisibili.

Da mesi questa pellicola opera un servizio alla Verità facendo conoscere in tutta Italia la documentata vicenda di persone che oggi patiscono gli effetti drammatici di un atto di obbedienza. Costoro hanno accettato per convinzione, per necessità, per paura, per compiere un atto di carità verso il prossimo, di essere inoculati per 1, 2, 3, 4 volte e ora sono lasciati soli a sostenere economicamente, moralmente, psicologicamente una situazione clinica che richiede esami diagnostici e cure totalmente a loro carico.

Proprio in questi giorni il comune di Roma, per ostacolarne la proiezione, ha rifiutato la concessione della sala della Protomoteca. Il diniego ha prodotto necessariamente una pubblicità ulteriore, che pone sotto gli occhi di tutti continuamente come ogni voce dissenziente sia prontamente censurata.

Il documentario racconta storie di vite, di moltissime giovani vite, radicalmente segnate, dalla morte o da lesioni probabilmente irreversibili, tali da comportare rinunzia ad una attività lavorativa, a pratiche sportive, a relazioni sociali, realtà naturali e normali, della cui perdita non potranno mai essere adeguatamente risarciti. Del loro futuro, come di quello di quanti si sono fidati del dogma scientista spacciato per scienza, di tutte queste persone dobbiamo farci carico, come società, come enti pubblici, come membri di una umanità che, unita, tiene testa alle pressioni dittatoriali rafforzate da disinformazione mediatica asservita al pensiero unico.

Ad Ivrea si è respirato un clima di ascolto consapevole, rispettoso dei drammi umani evidenziati, proiettato verso un progetto non di sterile contrattacco o di opportunistica strumentalizzazione delle reazioni emotive della gente. Un pubblico che può essere attento anche alla proposta del Popolo della Famiglia, un movimento culturale che, dal 2016 ad oggi,  per essere più incisivo ed efficace si è strutturato anche come movimento politico. «Abbiamo inteso fornire alla cittadinanza un’occasione di informazione che solleciti un risveglio della coscienza – afferma Zaccanti – Una voce alternativa piccola, ma solida e organizzata perché poggia sulla difesa dei principi non negoziabili, a servizio della Vita, dal concepimento alla sua fine naturale, della famiglia, del primato educativo dei genitori, del lavoro, della salute. Intendiamo approfondire l’attuale situazione per elaborare proposte concrete a livello nazionale e locale che prevedano, ad esempio, un’assunzione di responsabilità da parte degli enti pubblici nei confronti dei cittadini che ora devono sostenere ingenti spese mediche per contenere i danni subiti»

In programma un’altra proposta che affronterà un fenomeno sempre più evidente, propagandato anche dal palcoscenico di Sanremo ma altresì nelle nostre aule scolastiche, il gender, che nel transgenderismo intende ingenerare nei nostri bambini e giovani la convinzione che per essere se stessi ci si debba autodeterminare al di là di ogni dato oggettivo, naturale e biologico. Il 18 marzo ne parleremo con il contributo di un avvocato e di una neuropsichiatra infantile. Avremo modo di conoscere e riflettere per condividere un passo verso la Verità che nella natura si manifesta ben al di là di ogni stereotipo culturale.

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