A Torino, in via Garibaldi, sabato 7 luglio si è svolta una manifestazione voluta da alcuni gruppi e associazioni, tra cui gruppo Abele, Libera Legambiente, ANPI, ARCI e associazione Adelaide Aglietta, i cui partecipanti indossavano una maglietta rossa come segno di protesta per tutti i bimbi immigrati morti in mare.

La scelta del colore era motivata dagli indumenti che indossavano alcuni dei bambini tragicamente defunti durante questi terrificanti viaggi cui i piccoli sono costretti da logiche decise dai potenti di sempre (dagli anni del colonialismo in avanti, almeno) e che oggi sono riprodotte dagli interessi delle mafie e dei nuovi schiavisti.

L’assessore regionale Monica Cerutti, presente, ha dichiarato che è importante il rispetto della vita e dei diritti umani per considerarci una società civile…

“Una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità”.

Il Popolo della Famiglia suggerisce all’assessore regionale che dovremmo ricordare tutti i bambini uccisi: le vittime del mare, della fame, della guerra, della violenza e dell’aborto.

Questa è l’emorragia della nostra umanità.

Come Popolo della Famiglia, non possiamo rimanere insensibili di fronte a queste vite uccise tutti i giorni anche, forse, dalle mani di chi sabato ha indossato una maglietta rossa ma che avrebbe dovuto dar voce a quelle vite indifese.

Il Popolo della Famiglia non entra in merito rispetto alle scelte di un governo che esprime, comunque, la volontà della maggioranza degli italiani, ma come già in occasione del precedente governo, ribadisce innanzitutto il diritto delle persone a non emigrare (come dichiarato da San Giovanni Paolo II fino all’attuale pontefice) e riporta l’attenzione su di un reale problema degli italiani: l’omicidio per aborto dei nostri bambini.

Se siamo in una società civile, come si afferma in certe manifestazioni, allora dobbiamo insieme bloccare questa emorragia, senza perdere tempo.

Tante le cose che si possono e si devono fare come governo ma anche in ambito locale.

Occorre educare alla Vita, creare le condizioni perché le nostre giovani siano aiutate ad accogliere i bambini concepiti, garantendo loro il reddito di maternità a riconoscimento del servizio che solo una mamma può dare al proprio bambino ed alla collettività tutta.

A livello locale, poi, sarebbe importante aiutare i volontari dei Centri di Aiuto alla Vita che tutti i giorni si prodigano per sostenere donne sole e impaurite a dire il loro Si alla Vita che cresce nel loro grembo.

In conclusione, noi del Popolo della Famiglia non indossiamo una maglietta per discriminare la Vita, ma siamo nati per difenderla dal concepimento fino alla morte naturale, senza se e senza ma, e scendiamo in campo tutti i giorni per dire il nostro W LA VITA!!!

Lucianella Presta

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