Di fronte al progressivo esautoramento degli stati nazionali da parte di una OMS ormai in mano ai privati

Cristina Zaccanti (PdF): “Salute e profitto sono due dimensioni ben distinte

Cura della salute della persona e perseguimento del profitto sono due dimensioni ben distinte” chiarisce Cristina Zaccanti, di Ivrea, Coordinatrice regionale del Popolo della Famiglia (PdF). “ed è bene che rimangano tali. Invece il progressivo processo di privatizzazione della Sanità in atto in Italia e in tutto il mondo sta portando queste due dimensioni a sovrapporsi pericolosamente, o più esattamente a subordinare la dimensione della cura rispetto alla dimensione del profitto“.

“Per quanto riguarda l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – spiega Zaccanti – tale processo sta avvenendo negli ultimi decenni attraverso un cambiamento radicale e storico delle fonti di finanziamento dell’Ente: non più versamenti da Stati sovrani (ormai secondari rispetto alle entrate dell’Ente), ma da privati cittadini molto facoltosi, ovvero da fondi di investimento privati. Ed in parallelo L’OMS sta premendo affinché gli stati nazionali le cedano importanti ‘porzioni di sovranità’ in caso di eventi pandemici (o comunque sanitari) su base planetaria: così il cerchio si chiude!”

“Anche in Italia – puntualizza Zaccanti – il processo descritto è chiaramente visibile a chiunque: il sostegno economico e politico alla sanità pubblica diminuisce continuamente, mentre con sospetta sincronia prosperano forme di ‘sanità a scopo di lucro‘ come i ‘medici a gettone‘ (capaci di guadagnare con soli 3 turni lo stipendio d’un mese) o il Pronto Soccorso a pagamento aperto a Brescia”.

“Anche domani giovedì 27 luglio 2023 – comunica poi Zaccanti – di fronte all’Ospedale di Ivrea (TO) mi unisco al presidio settimanale ‘Riapriamo le porte’ promosso dal ‘Comitato di Sana e Robusta Costituzione’ guidato da Raffaele Varvara. Tale manifestazione intende protestare contro il permanere, in taluni reparti ospedalieri, di restrizioni ormai insensate, come l’obbligo di mascherina in condizioni di caldo estremo, ovvero del tampone anti-Covid19 per accedere a certe visite o operazioni; obbligo che in queste ultime ore ha portato alla morte di una anziana suora non presa in carico da un Pronto Soccorso nell’attesa del risultato dello stesso tampone, giunto però con ore di ritardo, a decesso della paziente ormai avvenuto”.

“Tali restrizioni ormai ingiustificate e inopportune – conclude Zaccanti – vanno contrastate anche perché sono il segno tangibile di una sanità che fatica ad identificare le corrette priorità e le vere emergenze nella cura delle persone, a cominciare dalle prolungate atteseper tante prestazioni anche urgenti. Dare più spazio ed autorità all’OMS non appare assolutamente utile allo scopo di migliorare la sanità italiana, che si fonda tuttora sulla dedizione e l’autentica professionalità di moltissimi operatori”.

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