Antonio Panero (PdF-Cuneo): «Non ci sono parole, anzi ce ne sono troppe!»

Sono le “Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase dell’emergenza Covid-19”. 

Consistono in un tomo di “appena” 30 pagine e racchiudono gli indirizzi della Presidenza del Consiglio per consentire ai genitori di usufruire dei parchi giochi e delle attività ricreative estive, e permettere ai bambini di ritrovare gli amici e riassaporare gli spazi loro dedicati, dopo due mesi segregazione.

Si tratta di 30 pagine fitte fitte – suddivise in decine di punti – che dettagliano ogni minima eventualità: dal “triage di accoglienza” (con lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite tra 5 e 10 minuti) agli standard di rapporto numerico fra il personale e i bambini e ragazzi, alle strategie generali per il distanziamento fisico.

Bene così, si potrebbe sostenere al primo impatto. Peccato che, all’atto pratico, si tratti di misure in larga parte inapplicabili. Perché, anche se si fondano su basi scientifiche inconfutabili (forse…), non tengono conto della realtà. O non del tutto, perlomeno. E finiscono per accollare sulle spalle dei controllori (i Comuni, le Parrocchie) e dei controllati (i bambini e ragazzi) la responsabilità ultima su qualcosa (il gioco ai tempi del contagio) che è molto più grande della loro capacità di farvi fronte. 

Tutti, compresi i legislatori, lamentano la burocrazia come un male della nostra vita sociale. Nonostante ciò, durante il periodo della pandemia, ci siamo imbattuti in norme di legge a getto continuo, complicate, contraddittorie e di difficile applicazione.

Antonio Panero, vice sindaco di Centallo (Cuneo) dichiara«Capisco perfettamente le esigenze che regolano il funzionamento della pubblica amministrazione, tuttavia esiste un presupposto irrinunciabile per lo Stato: la chiarezza delle regole sulle quali fondare il rapporto di fiducia con il cittadino, nel caso specifico, se lo Stato vuole raggiungere il risultato di tutelare la salute dei cittadini, deve produrre poche indicazioni, come si suol dire “a prova di stupido”: poche pagine di facile lettura e di immediata applicazione.

Altrimenti, viene il dubbio che voglia preservare innanzitutto sé stesso, lasciando poi a chi materialmente deve applicare le norme la facoltà di scegliere se rispettarle in toto, o soltanto in parte, utilizzando il principio di buon senso, oppure rinunciare in partenza a garantire il servizio. 

Peccato che in questa partita fra il potere centrale (sempre più distante e scaricabarile) e il territorio, le famiglie siano le prime vittime, con il rischio di dover trovare da sole soluzioni ai loro problemi.  

Se qualcuno pensa che il sottoscritto abbia preso un colpo di sole, lo invito a leggersi le suddette “Linee guida” e immaginare di applicarle in modo puntuale!»

                                                                                                            Antonio Panero

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