A Torino nella calura agostana, con il sesso robotizzato, nuovo incremento di civiltà.

Avviato a Torino nuova attività di sesso con i robot, che forse, risolvono la mercificazione di chi vende sesso, ma non di chi lo compra.

Le prostitute robot sbarcano a Torino.
Apre sotto la Mole, in una location ancora top secret, il primo bordello con ragazze robot, Lumi Dolls. Dopo il primo bar dove un robot prepara i cocktail, arrivano ora anche le “squillo” in silicone. L’azienda Lumi Dolls, già presente all’estero (Barcellona e Mosca), proporrà questo “servizio” anche in Italia.
Saranno a disposizione sette ragazze e un modello, riproduzioni molto realistiche di giovani a grandezza naturale, con i quali sarà possibile appartarsi, da soli o in gruppo (es. feste di addio al celibato), per fare sesso a pagamento (si va da una tariffa di 80 euro per mezz’ora a 100 euro per un’ora, fino ad arrivare a 180 euro per due ore). I clienti saranno comunque invitati a “continuare ad usare il preservativo“. Possono anche chiedere in anticipo le bambole da usare e quali abiti far loro indossare o che siano collocate in una posizione specifica (dal blog enricaperucchietti.it).

L’immaginario letterario e cinematografico ci ha già proposto in passato uno scenario in cui le macchine convivono con gli uomini e i robot entrano a far parte della vita quotidiana, anche di quella sessuale.

Se ne è parlato ad esempio in un rapporto pubblicato in Gran Bretagna dalla Fondazione per la Robotica Responsabile. Intitolato “Il nostro futuro sessuale con i robot” e ripreso anche sul suo sito dalla rivista «Nature», il rapporto ha aperto il dibattito sugli scenari che potrebbero presentarsi già nei prossimi 10 o 15 anni in Occidente, alla luce di quanto sta già accadendo in Asia, con la diffusione di bambole-robot destinate al sesso.

Siamo sull’orlo di una nuova trasformazione culturale e antropologica, una vera e propria rivoluzione che dalla creazione di androidi ai progetti sul mind uploading intende snaturare l’Uomo della e dalla propria umanità per renderlo sempre più simile a una “macchina”. (dal blog enricaperucchietti.it).

Il Circolo Territoriale Popolo della Famiglia-Piemonte manifesta la propria preoccupazione e denuncia, prendendone le distanze, una mentalità che, con superficiale accettazione, si autoproclama moderna, tecnologica e funzionale all’uomo, mentre lo rende sempre più solo, svilendolo ulteriormente nella sua dignità individuale e comunitaria.

È un appello che il Popolo della Famiglia vuole lanciare ai nostri governanti, affinché si ricerchi il vero bene per condurre le generazioni future in un mondo vero, foriero di pace e di piena realizzazione umana.

Facciamo attenzione, vigiliamo prima che sia troppo tardi.

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