Cristina Zaccanti (PdF Piemonte): “In tutta Italia il Popolo della Famiglia promuoverà iniziative per contrastare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole”

Continua in termini sempre più intensi e capillari l’azione di sensibilizzazione avviata già lo scorso anno dal Popolo della Famiglia.

“Nel nostro logo oltre alla famiglia con i due bimbi tenuti per mano da mamma e papà campeggia la scritta “No gender nelle scuole” – dichiara Cristina Zaccanti, coordinatrice regionale del Popolo della Famiglia (PdF) in Piemonte – Siamo nati, in particolare, proprio per questo, già nel 2016 dal Family Day del 31 gennaio al Circo Massimo di Roma. Non abbiamo mai smesso di contrastare il dilagare di una ideologia, diventata moda, che pretende di influenzare fin dalla più tenere età i nostri bambini e le loro famiglie. Riteniamo che la scuola italiana, checché se ne dica, sia ancora di un eccellente livello, sicuramente tra i più alti in Europa e nel mondo. I nostri operatori hanno sopportato la terrificante esperienza della Didattica a distanza ed ora dovranno adattarsi alla scuola virtuale. Occorrerà difendere i nostri bambini, i nostri giovani dalla pervasività di un mondo che, essendo virtuale, tenderà a produrre un totale scollamento dalla realtà e quindi dall’esercizio della critica e della libera scelta. Ci occuperemo anche di questo”. 

“Per tutto il mese di Settembre – spiega Zaccanti – in tutta Italia militanti e simpatizzanti del PdF, di tanti movimenti pro-family e di tutta l’area del dissenso metteranno in atto volantinaggi, interventi di sensibilizzazioneincontri, confronti e un’incessante azione sui media – in particolare sui social, usando l’hashtag #NOgenderNelleScuole – per coinvolgere le famigliea preservare i propri figli bambini da questo attacco in corso al loro fragile processo naturale di crescita. Forniamo ai genitori il modulo del consenso informato, una sorta di ‘diffida preventiva’ da presentare e far protocollare nella scuola del proprio figlio onde ottenere dalla scuola stessa l’avviso tempestivo e la richiesta scritta di autorizzazione circa iniziative o contenuti didattici ispirati al GENDER o che promuovono la sessualizzazione precoce o comunque non in linea con le scelte educative dei genitori che, ricordiamolo, sono i primi responsabili e attori dell’educazione dei propri figli”.

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