A seguito della delibera a favore della ‘vita nascente’ in Regione Piemonte
BRAVI (PdF): “Bene l’iniziativa ‘vita nascente’ in Piemonte, ma ancora insufficiente”
“Apprezziamo l’iniziativa ‘vita nascente’ avviata nei giorni scorsi in Regione Piemonte con una delibera della Giunta di centrodestra – ha dichiarato Carlo Bravi, dirigente torinese del Popolo della Famiglia – che prevede contributi concreti in aiuto alla maternità ed alle famiglie giovani; la apprezziamo anche perché segna una inversione di tendenza nella considerazione della maternità da parte di gran parte delle forze politiche e culturali nel nostro territorio”.
“Questo apprezzamento va inteso nel senso di ‘vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto’ – ha però chiarito lo stesso Bravi – in quanto l’iniziativa denominata ’Vita nascente’, pur lodevole, è ancora insufficiente a rilanciare la natalità che resta la prima emergenza della nostra regione, come pure d’Italia e anche d’Europa; infatti solo un corposo Reddito di Maternità come quello concretamente proposto dal Popolo della Famiglia offre alla donna-madre quella sicurezza e quella autonomia economiche adeguate ad accogliere con serenità un figlio in arrivo”.
“In aggiunta ad un importante Reddito di Maternità alle mamme – ha soggiunto Bravi – il Popolo della Famiglia chiede con forza la riforma fiscale del Quoziente Familiare, cioè l’introduzione di aliquote fiscali differenziate in relazione al numero dei figli a carico in ogni famiglia. In tal modo ogni coppia a prescindere dal proprio reddito vedrebbe riconosciuto anche economicamente dallo stato il proprio prezioso contributo alla più importante delle battaglie da combattere oggi, quella per rilanciare la natalità”.
“Nonostante i limiti dell’iniziativa della giunta regionale subalpina, i militanti ed i sostenitori del Popolo della Famiglia daranno tutto il loro sostegno concreto – ha assicurato Bravi – affinché ‘Vita nascente’ possa offrire un aiuto effettivo alle giovani mamme piemontesi e contribuisca ad invertire il divario sempre crescente tra il numero di morti ed il numero di nuovi nati che si allarga ogni anno, mettendo sempre più a rischio già a breve termine la tenuta dell’intero sistema sociale ed economico regionale e nazionale”.