Giuliano Amato spiana la strada al referendum ottenuto dai radicali con la menzogna. Gravissima la complicità di chi dovrebbe difendere la verità e la giustizia.

Queste le dichiarazioni di Lucianella Presta, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia-Piemonte.
La Presta fa eco alla denuncia ferma e senza mezzi termini di Mario Adinolfi che ha messo in luce quanto il referendum promosso da Cappato sia palesemente viziato. Anche il numero delle firme è oggettivamente falso come dimostrano i dati ufficiali. A fronte di  circa 1 200 000 firme millantate, ammesse sono solo circa 500 000.

 “Giuliano Amato è chiamato il dottor Sottile non per caso – afferma Adinolfi- Sa bene che il referendum Cappato va rigettato perché è palesemente viziato, la precedente giurisprudenza della Corte Costituzionale non gli lascia scampo.
 Amato sa che abbiamo messo per iscritto come Popolo della Famiglia in una lettera aperta argomenti giuridici che sono inoppugnabili. Ora da presidente della Consulta vuole forzare la mano aiutato da media compiacenti. Le sue sono parole gravissime e pericolose, totalmente inopportune alla vigilia di un pronunciamento decisivo come quello del 15 febbraio sul quesito. Dimostrano che la Corte Costituzionale è strumento giuridico di parte e non organo di garanzia per i cittadini. Fossimo in un Paese normale interverrebbe il Capo dello Stato, supremo garante. Ma Mattarella ha già dimostrato mutevolezza nelle granitiche certezze che voleva offrire al Paese, ora sarà distratto dal dover riaprire gli scatoloni”.
Anche in Piemonte il Popolo della Famiglia difenderà con convinzione e a oltranza il diritto a vivere per quanti provati nella salute vorrebbero mettere fine a situazioni insostenibili, convinti di essere un peso. 
 Noi riteniamo invece che tali persone possano essere sostenuti dall’affetto dei famigliari e dal supporto della comunità che si prende cura dei propri membri e non li considera pesi inutili.


Lucianella Presta
Coordinatore regionale del Popolo della Famiglia Piemonte

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